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17 marzo 2011 il discorso del sindaco, Luciano Porro

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Articolo in: - Comunicati  

Saronno

Comune di Saronno 19/03/2011

17 marzo 2011 il discorso del sindaco, Luciano Porro Comune di Saronno

Autorità civili, religiose e militari, signore e signori, cari concittadini, sono molto lieto di essere qui con tutti voi in questa nostra Città di Saronno, a cui mi legano la nascita, la formazione, le amicizie, la famiglia, il lavoro, l'impegno politico e, oggi, l'essere Sindaco.

 

Oggi credo di poter dire, riprendendo alcune riflessioni del nostro Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che nel celebrare il centocinquantesimo dell'Unità d'Italia debba essere mio e nostro compito, di tutti, nessuno escluso, dover reagire ai rischi di divisione del nostro Paese, specialmente in una fase come quella che si è aperta per l'Europa e per il mondo, in particolare il nord Africa, e nella quale l'Italia ha bisogno di coesione e di slancio, per reggere sfide complesse ed altamente impegnative: coesione - nel perseguire l'interesse generale, l'interesse comune - tra mondo delle imprese, mondo del lavoro, mondo della cultura; coesione tra istituzioni e autentici pilastri della società civile come l'associazionismo, il volontariato, la cooperazione. Ed ecco come la tragedia delle popolazioni del nord Africa che avviene al di là del nostro mare Mediterraneo faccia risaltare ancora di più le contraddizioni dell'Italia: di là, nel nord Africa, la crisi che vuole rivoluzionare le istituzioni, di qua la crisi delle istituzioni stesse.
È mio e nostro compito e dovere proprio a tal fine rilanciare il patrimonio dell'unità nazionale, pur nel rispetto di tutte le differenze, le diversità di posizioni ideali e politiche, le distinzioni e la dialettica tra schieramenti. Nelle nebbie delle polemiche sui 150 anni dell'Unità d'Italia , il 17 marzo 2011 è stato proclamato festa nazionale a tutti gli effetti, equiparandolo a tutti i giorni festivi, attraverso un decreto legge del Governo, a maggioranza e non all'unanimità. Per questo sono deluso che qualche forza politica di governo abbia preso tristemente e irresponsabilmente le distanze e se ne sia dissociato.

Sono profondamente sconcertato che qualche ministro della Repubblica Italiana abbia dichiarato che celebrare con una Festa Nazionale il 17 marzo 2011 il 150° dell'Unità d'Italia sia "pura follia incostituzionale" o che qualche Europarlamentare, sempre della medesima forza politica, abbia dichiarato che "sarà una giornata di lutto". Io credo che abbiano sbagliato nel rilasciare queste affermazioni, nel prendere le distanze, nel dissociarsi. Insomma, perfino sul Giubileo della Nazione la politica anziché unirsi si divide. Abbiamo assistito ad uno strappo di sicuro sconfortante, persino per il Capo dello Stato Giorgio Napolitano, che aveva incitato tutti a onorare la ricorrenza insieme, con la solennità che merita, cioè la massima possibile. Certo, quest' ultimo obiettivo è stato raggiunto, e a sancirlo c'è un
17 MARZO 2011 CELEBRAZIONE DEL 150° ANNIVERSARIO DELL'UNITA' D'ITALIA
provvedimento che attribuisce al compleanno dell'Italia il rango di festa civile, ma non si è riusciti a far maturare intorno all'evento quella che per il Presidente della Repubblica avrebbe dovuto essere una precondizione di clima: ritrovarci davvero insieme, il 17 marzo. Senza le riserve e le ambiguità che invece sono affiorate dalla contestazione degli appartenenti a quella forza politica e che Giorgio Napolitano aveva esortato a mettere da parte.
Ma noi vogliamo ripercorrere la storia del passato, il cammino che ci ha portato a fare dell'Italia uno Stato unitario, protagonista della vita europea: lo facciamo per trarne motivi di orgoglio e di fiducia, che ci fortifichino nel guardare al futuro, insieme con le giovani generazioni. Il nostro sguardo non è fermo a quel che eravamo 150 anni fa. Noi riconosciamo che il Tricolore è la bandiera di una Nazione che ha radici antiche, nelle quali possono riconoscersi gli italiani di ogni parte; ed è la bandiera di uno Stato che nacque con le insegne della monarchia sabauda, ma che è diventato Repubblica, fondata nella Costituzione.
Anche qui a Saronno esponiamo ed esporremo ai balconi la nostra bandiera, la bandiera italiana, la bandiera che deve unire tutti noi italiani non solamente quando si diffondono le note e i versi del nostro inno nazionale, l'inno di Mameli, nel corso delle competizioni sportive o per festeggiare qualche vittoria delle nostre squadre nazionali o di qualche nostro atleta, e che ci inorgogliscono tutti e ci rendono fieri, ci appassionano e ci commuovono. A dispetto di quanti hanno vilipeso questa nostra bandiera a parole o ne hanno fatto un uso irrispettoso. A dispetto di quanti vergognosamente non vi si riconoscono e ne prendono le distanze. E nei principi della nostra Carta Costituzionale ancora così giovane e attuale, possiamo trovare la strada anche per portare avanti innovazioni indispensabili: come quelle disegnate nell'articolo 5, che già più di sessanta anni or sono legò l'unità e l'indivisibilità della Repubblica al riconoscimento e alla promozione delle autonomie regionali e locali; innovazioni concretamente definite più di recente nel nuovo Titolo V della nostra Carta. In questo spirito confido che sempre di più nei prossimi mesi ci ritroveremo tutti, senza distinzione di parte, nelle celebrazioni del Centocinquantesimo anniversario dell'Unità d'Italia anche qui nella nostra città di Saronno.

Faremo queste celebrazioni partendo dalle radici antiche della nostra comune italianità. Quel che ci univa come italiani già molto prima di progettare uno Stato nazionale animò per lunghi e travagliati decenni dell'Ottocento il grande moto ideale e politico, guidato da avanguardie coraggiose ma certo non privo di forti risonanze popolari, che si chiamò Risorgimento. Richiamiamoci ai valori della solidarietà nell' aderenza a valori supremi di libertà e di pacifica convivenza civile, nella capacità di far sempre prevalere, su ogni divisione e contrapposizione di parte, il comune interesse nazionale, l'imperativo dell'unità nazionale.

Anche qui nella nostra Saronno sentiamoci tutti figli di questa nostra terra, di questo nostro Paese, l'Italia, sentiamoci dunque tutti Fratelli d'Italia, anche se siamo qui giunti da Regioni diverse, dal Nord, dal Centro, dal Sud o dalle Isole. Sentiamoci cittadini Europei, cittadini del mondo, senza barriere, senza pregiudizi, aperti all'accoglienza e alla condivisione, con spirito di fratellanza, nel rispetto delle regole della convivenza civile e della legalità. Ed è allora il richiamo a questi valori che mi incoraggia a dedicare ancora il mio impegno, il mio mandato di Sindaco a servizio di questa nostra Città di Saronno, per il bene di tutti. E dunque, sia più che mai vivo e forte il nostro impegno, nella riflessione e nella festa con cui celebriamo il 150° anniversario dell'Unità Nazionale, con determinazione nel riaffermare, tutelare, rinsaldare l'unità nazionale, che fu la causa cui tanti italiani dedicarono il loro impegno e la loro vita.

Luciano Porro
Sindaco di Saronno
17 marzo 2011

 

 

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