Saronnopiu.com - Il portale delle aziende e dei negozi di Saronno e dintorni

Frase esatta: Sí No     Ricerca avanzata

 

La mediazione non lascia ma si rafforza

Notizia letta 3400 volte
Articolo in: - Editoriali  

Saronno

Mariachiara Baldinucci 10/11/2011

La mediazione non lascia ma si rafforza Mariachiara Baldinucci

Sono trascorsi oramai sette mesi da quando il d. lgs. n.28/2010, allineando il sistema giudiziario italiano alla direttiva n. 2008/52/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, ha introdotto l'istituto della mediazione in materia civile e commerciale. L'obiettivo del Parlamento europeo è stato quello di incoraggiare il ricorso alla mediazione e promuovere così la composizione amichevole delle liti, individuando in questo strumento una valida ed efficace alternativa al classico approccio conflittuale con cui siamo abituati a confrontarci tutti i giorni nelle aule dei Tribunali italiani.

 

La novità contenuta nella direttiva comunitaria è dotata, senza dubbio, di un calibro non indifferente, soprattutto se consideriamo che il fine ultimo della mediazione è quello di snellire fortemente le burocrazie che dominano il processo civile italiano. Ma le novità importanti, purtroppo, non sempre vengono viste nella giusta prospettiva, tanto che la classe dell’avvocatura, sentitasi minacciata in prima persona, ne ha ostacolato il decollo. Per questo motivo il debutto italiano della mediazione civile e commerciale è stato molto difficile e burrascoso.

E tutto questo è a dir poco assurdo, se solo ci soffermiamo a pensare a tutte le volte in cui ci siamo lamentati di quanto sia macchinoso ed antiquato il processo civile in Italia, o a tutte le volte in cui rimaniamo scandalizzati di fronte a liti, anche le più banali, che trascinano le persone nelle aule dei Tribunali per anni e anni.

Tutti siamo d’accordo nell’affermare che la giustizia italiana ha un gran bisogno di un drastico snellimento burocratico; è sotto gli occhi di tutti, primi gli avvocati, che i Tribunali sono sempre più collassati  da montagne e montagne di fascicoli da smaltire. 
Eppure l’introduzione di uno strumento in grado di fornire una definitiva soluzione al problema, quale è la mediazione, è stata criticata al punto da rimandare alla Corte Costituzionale la decisione se conservarla o meno, la quale dovrà pronunciarsi su questioni di incostituzionalità sollevate dall’Organismo Unitario dell’Avvocatura italiana.
Sono stati messi in evidenza diversi casi di contrasto tra la legge delega n. 69/09 e il decreto legislativo n. 28/10, sottolineando l’incostituzionalità dell’obbligatorietà della mediazione abbinata alla onerosità, contestando la bassa professionalità del mediatore e la partecipazione non obbligatoria dell’avvocato alle sedute di mediazione.

Non ci sono dubbi; il d. lgs. n. 28/10 è nato con diverse pecche che lo stesso Governo ha riconosciuto e alle quali ha voluto rimediare attraverso l’emanazione del decreto ministeriale n. 145/2011, da una parte, e inserendo nel testo della nuova manovra finanziaria un’importante novità, dall’altra.
Il primo, varato dal Ministro Alfano il 6 agosto scorso e poi pubblicato dal Ministro Palma il 26 agosto, interviene sulla questione della professionalità del mediatore, modificando l’art. 4 del d. lgs. 28/10, il quale d’ora in poi diventa un vero e proprio professionista liberale con tanto di tirocinio obbligatorio biennale. Inoltre, i mediatori verranno scelti in base alle loro riconosciute competenze e alla loro specializzazione professionale. 

La novità contenuta nella nuova finanziaria 2011, invece, riguarda prettamente l’introduzione di un’efficace forma di tutela contro chi diserta le sedute di mediazione. D’ora in poi, infatti, sfuggire alla mediazione non è più conveniente in quanto il Giudice, all’avvio del processo instaurato a causa della mancata mediazione/conciliazione , imporrà al disertore una sanzione corrispondente all’importo del contributo unificato (tassa versata ogni qualvolta viene iscritta una causa a ruolo), oltre che desumere a suo carico sfavorevoli argomenti di prova.
In parole povere, la causa vien persa ancor prima di iniziarla.
Questi sono solo alcuni dei cambiamenti che hanno permesso alla mediazione di fare importanti passi in avanti, a tutto vantaggio della qualità e dell’efficacia dell’istituto stesso; progressi di una portata tale da portare indubbiamente la Corte Costituzionale ad una pronuncia favorevole nei confronti di un istituto che è destinato a migliorare la qualità e l’efficacia del sistema giudiziario civile italiano.

In ultimo, ma per questo non meno importante, il 13/9/2011 il Parlamento europeo ha emanato una risoluzione finalizzata ad accertare la corretta attuazione della direttiva comunitaria da parte di tutti gli Stati membri. Con questo strumento, il Parlamento europeo ha voluto semplicemente raggiungere un obiettivo ben preciso e comune a tutti: monitorare in modo continuo gli Stati membri affinché la mediazione possa veramente trasformarsi in un’ottima occasione per ricomporre tutte quelle liti destinate a dividere irrimediabilmente i configgenti, che con una conciliazione raggiunta troverebbero, al contrario, un punto di incontro.

L’excursus fatto sulle difficoltà incontrate dalla mediazione nel radicarsi nella società, non necessariamente devono essere addebitate a chi l’ha contrastata in origine.
Il successo dell’entrata in vigore della mediazione obbligatoria, e la sua concreta efficacia, sono subordinate a fattori diversi tra cui, a  mio parere, quello più importante, la mentalità delle persone.

È la gente, che spesso si mostra ancora diffidente verso questo strumento alternativo, che deve fare in modo che la mediazione prenda definitivamente il volo; purtroppo  nella nostra società, ancora troppo ancorata al vecchio sistema, permangono numerose diffidenze e preconcetti culturali. Pertanto, sino a quando queste persone non cambiano il proprio modo di vedere la giustizia, non permetteranno mai che la mediazione si trasformi concretamente in quello strumento perfetto di deflazione processuale da una parte, e di soddisfazione personale dall’altra.
E la soddisfazione personale non può che derivare dalla consapevolezza che ognuno di noi deve avere di sfruttare l’occasione più ghiotta che ci viene presentata per poter trarre da un conflitto (che di per sé divide) l’opportunità per costruire un nuovo rapporto con il nostro “avversario”, rapporto che diverrà inaspettatamente ancora più solido e fortemente radicato. Forse, all’inizio, può sembrare assurdo, ma la conciliazione porta a risultati tanto incredibili, quanto eccellenti.

Ci auguriamo che sia sempre così e, a tutti coloro che, nel prossimo futuro si occuperanno di mediazione, i migliori auguri di buon lavoro.

Mariachiara Baldinucci

 

 

 

  • Busto Arsizio
  • Caronno Pertusella
  • Ceriano Laghetto
  • Cerro Maggiore
  • Cesate
  • Cislago
  • Cogliate
  • Gerenzano
  • Lazzate
  • Lomazzo
  • Misinto
  • Origgio
  • Provincia di Como
  • Provincia di Milano
  • Provincia di Varese
  • Rovellasca
  • Rovello Porro
  • Solaro
  • Turate
  • Uboldo
Working2000.it

 

Coronavirus: le informazioni e aggiornamenti dal Ministero della Salute

 

Numero verde: 1500

 

 

Questo sito non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità.
Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n.62 del 2001.