La tv che non c'è
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Articolo in: - Archivio 2009/2015
Dall'Italia e dal mondo
Acli Gallarate 19/04/2010
È possibile riportare la Rai nelle mani dei suoi legittimi proprietari (i cittadini), sottraendola alla lottizzazione del potere politico ? Quali scelte fare per riportarla alla sua funzione di servizio pubblico di qualità?
LE RAGIONI DELLA NECESSITA' DI UNA RIFORMA DEL SERVIZIO PUBBLICO TELEVISIVO
l'informazione pubblica deve avere ruolo di bene pubblico e strategico, esattamente come l'acqua, perché solo una Rai autonoma e forte può salvaguardare il diritto del cittadino ad essere correttamente e completamente informato, così da poter esercitare in pieno i suoi diritti democratici.
Incontro con il regista e giornalista Gilberto Squizzato
autore del libro
LA TV CHE NON C'È
modera Selmi Ruffino (vice-presidente ACLI Varese)
introduzione Fabrizio Galimberti (presidente AIART Varese)
martedì 20 aprile 2010 - ore 21:00
Sede Acli Gallarate, via Agnelli 33
l'informazione pubblica deve avere ruolo di bene pubblico e strategico, esattamente come l'acqua, perché solo una Rai autonoma e forte può salvaguardare il diritto del cittadino ad essere correttamente e completamente informato, così da poter esercitare in pieno i suoi diritti democratici.
Incontro con il regista e giornalista Gilberto Squizzato
autore del libro
LA TV CHE NON C'È
modera Selmi Ruffino (vice-presidente ACLI Varese)
introduzione Fabrizio Galimberti (presidente AIART Varese)
martedì 20 aprile 2010 - ore 21:00
Sede Acli Gallarate, via Agnelli 33
http://www.patronato.acli.it/sedi.asp?azione=vediS#...]
"Se fossimo in un paese normale o almeno seminormale, i dirigenti della Rai dopo aver letto queste pagine dovrebbero alzare il telefono e ringraziare Gilberto Squizzato, che nonostante lo spirito dei tempi ha deciso di scrivere un libro che rappresenta un vero e proprio atto d'amore per il ruolo e la funzione di quello che una volta veniva chiamato il servizio pubblico radiotelevisivo. Se e quando la lunga notte della politica e dell'informazione finirà, sarà il caso di ringraziare i giornalisti come lui, che non hanno mai rinunciato a esercitare la loro funzione civile, anche quando amici e magari compagni li invitavano a lasciar perdere e adeguarsi." (Dalla prefazione di Beppe Giulietti)