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Palazzo Visconti: che fare? (Nicola Gilardoni su www.pdsaronno.it)

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Articolo in: - Comunicati  

Saronno

Nicola Gilardoni 28/10/2010

Palazzo Visconti: che fare? (Nicola Gilardoni su www.pdsaronno.it) Nicola Gilardoni

(22/10/2010) - Ciclicamente su Palazzo Visconti si scaldano i motori e si crea particolare attenzione a livello di opinione pubblica. Anche il Partito Democratico è più volte intervenuto in Consiglio Comunale o ha tentato con iniziative culturali e ad effetto: ricordiamo l'organizzazione di un'asta pubblica per la vendita del Palazzo stesso, per respingere l'idea di trasferirvi la sede degli uffici comunali, con una spesa di 9 milioni di euro, proposta ai tempi dell'amministrazione Gilli, di rilanciare il tema di che cosa fare dell'antica dimora.

 

Oggi serve però passare da interventi sporadici, che sono utili a mantenere alta l'attenzione sul tema, ad un progetto articolato e strutturato, che provveda a realizzare un percorso di fattibilità di riutilizzo e di ipotesi di finanziamento concrete.

Le idee, degne della storia dell'edificio, per utilizzi che favoriscano occasioni di sviluppo di Saronno e nel contempo soddisfino bisogni espressi ma non ancora soddisfatti, sono sempre parecchie. Quelle che hanno ottenuto negli anni maggiore consenso per la trasformazione di Palazzo Visconti, si possono così riassumere. Una pinacoteca, collegata alla Brera Dispersa di Milano. Un museo locale, per raccogliere testimonianze storiche e archivistiche, con spazi per mostre, esposizioni e grandi eventi. Un centro polifunzionale destinato alle realtà associative e del mondo giovanile. Un Palazzo dei Saperi, per ospitare iniziative di formazione legate a nuove tecnologie e linguaggi, in collaborazione con il mondo dell'Università con particolare attenzione ai giovani. Un centro polifunzionale culturale che ruoti attorno alla scelta del palazzo come sede dell'UNITRE. Una nuova biblioteca. Un incubatore, infine, di imprese o di servizi per il territorio.

Spesso ci si è confrontati su alcuni principi fondamentali per il riutilizzo del Palazzo. Tra essi ricordiamo: l'uso polifunzionale e comprensoriale; la presenza di servizi di vendita e di intrattenimento; il collegamento con la forte domanda locale ma anche con l'esterno, recependo la vicinanza di Milano come risorsa e non come penalizzazione. E ancora: la sostenibilità edilizia e artistica, la sostenibilità economica dell'investimento e dei costi di gestione da parte del bilancio comunale, la possibilità di collaborazione, sia a livello di finanziamento iniziale che di gestione, con altre realtà pubbliche o private, anche in previsione di Expo 2015. Senza dimenticare che il progetto potrebbe prevedere il coinvolgimento di operatori privati, all'interno di un piano di recupero edilizio esteso anche agli edifici circostanti, per la realizzazione di un progetto di trasformazione urbanistica basato sulla cultura e sulla ecosostenibilità della proposta.

È necessario a questo punto passare all'azione. Due sono le proposte concrete che ci sentiamo di fare. 1) Intervenire subito con azioni di messa in sicurezza dell'edificio, con un intervento immediato, ancorchè tampone, su porte e finestre, per evitare il rischio di intrusioni e soprattutto per interrompere il degrado dei preziosi affreschi, provocato dagli agenti atmosferici e dall'escursione termica. 2) Costituire una commissione comunale mista, aperta a tutte le forze politiche presenti in Consiglio Comunale, che sappia coinvolgere le migliori energie e competenze presenti in città, oltre al variegato mondo delle associazioni, allo scopo di formulare un progetto strutturato, quale unica seria modalità per ricercare una soluzione di riuso che sia funzionale allo sviluppo futuro di Saronno in un contesto extraterritoriale e che con le sue nuove attività possa essere di richiamo e sostegno alle attività terziarie e commerciali presenti in città.

Nicola Gilardoni

 

 

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