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Si scrive bilancio, si legge democrazia

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Articolo in: - Politica  

Saronno

Attac Saronno 16/04/2014

Si scrive bilancio, si legge democrazia Attac Saronno
Sciatteria: non c'è altra parola per definire il comportamento dell'amministrazione comunale saronnese in occasione della seduta consiliare più importante dell'anno. L'approvazione del bilancio preventivo 2014, andata mestamente in scena lunedì sera, svela un centrosinistra non solo indifferente alla partecipazione dei cittadini, ma anche uno sgretolamento al suo interno che fa preoccupare per le sorti della città.
 

Così succede che in vista della “seduta aperta” agli interventi dei cittadini (la solita “mezz’ora d’aria” che i cittadini hanno imparato a disertare – come anche noi di Attac Saronno questa volta) nessun dato di bilancio viene pubblicato sugli organi di informazione comunale. Ed il sindaco Porro arriva a negarlo pubblicamente, salvo ricevere sonore smentite dai presenti in sala. A riprova di ciò, la pubblicazione dei documenti di bilancio avviene nella giornata successiva di martedì (ore 13:49, vedi sito web comunale)!

Ma – ancora più grave – succede anche che l’assessore al Bilancio, Mario Santo (Pd) termini la sua scarna esposizione lasciando la parola agli assessori, per illustrare il bilancio del proprio comparto, ma che questi – colti in evidente contropiede dal collega – non abbiano preparato nessun discorso! Risultato: l’assessore ai servizi sociali e vice-sindaco Valioni (Pd), titolare della fetta maggioritaria del bilancio comunale, non apre bocca. Ci provano gli altri, con risultati non brillantissimi: ad esempio, l’assessore Nigro (Psi), parlando di edilizia scolastica, inserisce tra le scuole materne comunali la statale Collodi, oltre a doversi quasi scusare con i suoi colleghi per avere dovuto ammettere, sull’ultimo Saronno Sette on-line, che anche per quest’anno (l’ultimo possibile di legislatura, peraltro…) il Bilancio partecipativo non si era fatto (“siamo in ritardo…inutile negarlo”).

Sciatteria, dunque.
E scarsissimo rispetto nei confronti dei cittadini. L’assessore al Bilancio Santo, poi, dimostra di non sapere neanche di cosa si stia parlando, quando “confonde” (sic!) l’informazione richiesta dai cittadini con quella (obbligatoria) resa ai Consiglieri Comunali!

Anche le scelte di merito confermano l’asservimento acritico (anzi, quasi orgoglioso) di questa amministrazione ai dettami del Patto di Stabilità. Ci si fa imporre le scelte dal Governo e – tramite questo – dalla Banca Centrale Europea, confermando di fatto i programmi di austerità, della cui dannosità si è accorto, con grave e colpevole ritardo, persino il presidente della repubblica Napolitano, che in nome dell’austerity ha fatto e disfatto governi. Nessun investimento di lungo respiro, nessuna prospettiva di riconversione ecologica e sociale per questo territorio. Non ci sono nemmeno cifre certe sui pochi investimenti: si pensi alla sicurezza nelle scuole e all’edilizia scolastica, preannunciate come il principale filone di intervento, per cui l’assessore non parla di stanziamenti, ma di “fabbisogni”, su cui poi andranno trovati i soldi da destinare!

Ma ancora più grave è che si stabiliscono i tributi comunali a carico dei cittadini senza ancora avere una base imponibile certa, a oltre un anno di distanza dalla denuncia di Attac  (“Saronno paradiso fiscale”). Scandalosamente, il Sindaco ha ribadito in Consiglio Comunale quanto già affermato lo scorso anno in merito al censimento degli immobili e conseguentemente alla verifica dei ruoli tributari (“siamo a ca. l’85% del lavoro”). Tra l’altro, come mai le destre, che tanto si indignano e abbandonano “per protesta” l’aula, non chiedono conto di questa situazione? Forse perché il “partito del mattone” (e dell’evasione fiscale) è l’unico davvero trasversale in questa città?

Attac Saronno chiede che si smetta immediatamente di mancare di rispetto ai cittadini, che meritano un modo di essere amministrati più serio e partecipativo.

Perché si scrive Bilancio, ma si legge democrazia.

Dicevamo lo scorso anno: se non ora, quando? Ora, purtroppo, è già troppo tardi.

 

Saronno, 16 aprile 2014

 

 

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