Immigrazione: è illegale il divieto leghista a Ceriano Laghetto per kebab, phone center e money transfer
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Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer 15/01/2010
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La delibera dell'amministrazione leghista di Ceriano Laghetto, un paese di seimila abitanti in provincia di Monza e Brianza, contro l'insediamento di kebaberie, phone center e money transfer - tutte attività gestite e/o frequentate prevalentemente da cittadini immigrati, non è soltanto stupida e palesemente xenofoba, ma soprattutto fuorilegge.
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Infatti, la delibera comunale n. 104 del 16 dicembre scorso, definisce un regime speciale nell'ambito degli strumenti urbanistici per sole tre specifiche attività commerciali, cioè "Kebab e simili, centri di telefonia internazionale e simili, centri di trasferimento denaro". Queste, non possono essere aperte nel centro storico e, per quanto riguarda il resto del territorio comunale, ogni singola richiesta sarà sottoposta a un "negoziato" ad hoc.
In altre parole, il Comune gestito dalla Lega non indica un elenco di attività che per la loro frequentazione costante e prolungata possono potenzialmente causare disturbi alla quiete pubblica o un disagio urbanistico - come per esempio ipermercati, birrerie, etc. -, ma unicamente tre attività, notoriamente gestite e/o frequentate in prevalenza da cittadini immigrati.
Siamo dunque di fronte a un'applicazione estremistica della norma regionale transitoria, già di per sé "borderline", inserita su pressione della Lega nella legge regionale n. 12 sul governo del territorio (art. 25, comma 8 nonies) e approvata il 3 marzo 2009 con i voti di tutta la maggioranza, compresa l'Udc.
Infatti, quella norma e le sue prevedibili forzature da parte di amministratori locali, come nel caso di Ceriano, sono palesemente in contrasto con le leggi dello Stato italiano e con le norme dell'Unione Europea, sia sul principio della non discriminazione, sia in relazione alle libertà economiche. Basterebbe a tal proposito ricordare la vicenda della legge regionale sui phone center, poi dichiarata illegittima dalla Corte Costituzionale.
Auspichiamo pertanto che ci sia, non solo una decisa reazione civile e democratica contro questo abuso delle funzioni istituzionali ai fini della propaganda xenofoba, ma anche un intervento da parte delle autorità preposte, affinché la legalità democratica possa essere ristabilita.
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