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In nome del popolo... sovrano.

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Articolo in: - Editoriali  

Saronno

Maria Misdea 29/04/2012

In nome del popolo... sovrano. Maria Misdea
Parafrasando una frase nota ai più, mi sento di scrivere queste poche righe per esprimere la mia tristezza come componente di un popolo definito sovrano da secoli, ma alla mercè di un'oligarchia che decide per tutti, come insegnante, che si sente la gravosa responsabilità di formare persone che andranno a costituire la futura classe dirigenziale, ma alla scuola si tagliano sempre più risorse, come ammalata, speriamo cronica, che insieme a tanti altri si adopera per rendere la situazione di chi si trova in condizione di sofferenza, più dignitosa possibile.
 

In tutto questo tante difficoltà e soprattutto tanta amarezza, che si manifesta in sentimenti di tristezza, ma allo stesso tempo di desiderio di ribellione. In un momento storico, quale è il nostro, credo sia ancora più necessario che ognuno faccia la propria parte. Perché?
Perché è doveroso far sapere a chi amministra il nostro Paese, a qualsiasi livello e ordine di grado sia, che la loro è una responsabilità civile, morale ed etica nei confronti dei cittadini che essi stessi rappresentano e dei quali si ricordano solo in alcuni momenti, per necessità personale o forse meglio definire di pessimo opportunismo. La storia insegna che quando il popolo è stanco si ribella e non sempre la ribellione è pacifica, anzi di solito esattamente il contrario. Credo, però, sia meglio optare per la prima, alzando le voci e facendosi sentire. Mi sono esposta qualche tempo fa dicendo che si sta creando una rete associativa di persone che, nello specifico, avrebbero voluto unire le forze per migliorare una seppur piccola parte della nostra città, e sottolineo nostra, all’interno dell’unità ospedaliera: la creazione dell’hospice, per dare dignità a chi soffre e una possibilità di completare dignitosamente il cammino della vita vicino agli affetti. È solo una delle tante cose di cui il nostro territorio necessita, ma è pur sempre un inizio e un esempio di solidarietà verso il prossimo. Possiamo provare ad unire le nostre voci e far sapere della volontà di voler partecipare alla vita pubblica e sociale collaborando attivamente. Questo potrebbe unirsi a vari progetti utili e necessari ai quali ognuno potrebbe dare il proprio apporto secondo le proprie competenze. Ci tenevo a dar seguito a quanto pubblicato, perché sono stata educata al senso del dovere e della trasparenza e perché credo sia lecito e doveroso dare a tutti la possibilità di far richieste, diventando veri attori del nostro tempo.

Chi volesse unire la propria voce alla mia per dar vita ad un coro che possa arrivare in alto può contattarmi all’indirizzo mariellamisdea@gmail.com, esprimendo semplicemente una opinione o solo un “io ci sto”. Si dice che l’unione fa la forza, ma è ora si diventi veri cittadini del nostro tempo, concreti, interessati, attivi, desiderosi di sapere e partecipare, e soprattutto di chiedere ciò che ci spetta di diritto.

Maria Misdea

 

 

 

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