TU@SARONNO a riguardo del nuovo regolamento di Polizia urbana
Articolo in: - Comunicati
Saronno
tu@saronno 09/06/2014
Facciamo presente che, prima di esprimere il nostro voto, abbiamo avviato di concerto con le altre forze di maggioranza un percorso durato circa un anno per cercare d’individuare una soluzione alternativa a questo tipo di divieto. Nonostante fossero state avanzate proposte differenti, non solo da parte nostra, alle fine si è preferito presentare il regolamento di PU così come è stato votato. Pur rispettando il parere delle altre forze politiche di maggioranza e opposizione e ben comprendendo l’importanza che il decoro urbano abbia nella quotidianità saronnese, riteniamo che non sia necessario imporre divieti a tutta la cittadinanza per il comportamento sbagliato di pochi, nell’ottica di una vivibilità degli spazi collettivi e d’incontro che dovrebbe mirare a un loro maggiore sfruttamento da parte dei saronnesi.
INTERVENTO DI PAOLO SALA SUL REGOLAMENTO DI POLIZIA URBANA
In merito all’approvazione del nuovo Regolamento di Polizia Urbana, comprendendo la necessità di aggiornare norme che sono rimaste immutate dal lontano 1940 e comprendendo altresì la necessità di fornire agli agenti di Polizia Locale strumenti più idonei per assicurare uno svolgimento decoroso ed in sicurezza della vita cittadina, il nostro gruppo ritiene, pur avendo avanzato diverse critiche e perplessità nelle fasi di stesura del predetto regolamento, di non esprimere un voto contrario alla sua approvazione.
Tuttavia vogliamo sottolineare in questa sede il nostro dissenso da una impostazione generale in cui vengono aumentati i divieti e le restrizioni nell’illusione che sia sufficiente, o comunque efficace, la loro emanazione per sconfiggere abusi e situazioni di degrado. Molto spesso le persone che compiono questi atti sono poco sensibili ai divieti mentre si rischia che possano incorrere in tali sanzioni persone che occasionalmente e inconsapevolmente si trovano a violare taluni aspetti del regolamento proposto, senza per questo determinare una situazione di pericolo o degrado per la città. Prendiamo ad esempio l’art. 120 che estende a tutta la ZTL il divieto di consumo di alcoolici fuori dagli esercizi autorizzati e ipotizziamo che due persone stiano chiacchierando civilmente e sorseggiando una birra: in tal caso potrebbero essere pesantemente sanzionati alla stregua di persone che stazionano per ore in un luogo bevendo in maniera smodata, arrivando spesso all’ubriachezza molesta e provocando situazioni di vero degrado.
Ovviamente sappiamo tutti che l’obiettivo del regolamento è proprio reprimere quest’ultima situazione (che per lungo tempo si è verificata in Piazza De Gasperi) ma la generalizzazione del divieto impedisce ad altri cittadini di poter liberamente consumare alcoolici anche nelle situazioni in cui ciò non porta disturbo o disagio alcuno. Per capire meglio, facciamo anche l’esempio dei parchi cittadini dove si viene accolti da un cartellone pieno di divieti (cosa che non avviene in tante cittadine anche vicino a noi…) per cui, per evitare situazioni di degrado, non si possono consumare cibi e bevande, i bambini non possono giocare al pallone, il pensionato non può entrare con il proprio cane (anche se munito di guinzaglio, museruola e sacchetti per le deiezioni) e neppure sedersi sulle panchine perché in molti casi sono state tolte per non permettere che si creassero assembramenti di persone.
In pratica, il fatto che ci possano essere persone che creano degrado o peggio, comporta che anche le persone civili non possano usufruire liberamente di uno spazio pubblico assicurando comunque correttezza, educazione e rispetto degli altri.
Volendo fare una provocazione potemmo dire che, con tale logica, qualcuno finirà per proporre il coprifuoco per risolvere alla radice ogni problema di malavita. I divieti così generalizzati rappresentano la sconfitta della società civile. Invece la città deve poter essere vissuta pienamente e attivamente perché il degrado e le situazioni di pericolo si creano proprio quando determinati spazi cittadini non sono più frequentati dalle persone civili ma lasciati in mano a chi non teme certo le sanzioni per compiere atti illeciti.